SANTA MARIA CAPUA VETERE – Il tema dei crolli del manto stradale, ma anche di alcuni edifici divenuti pericolanti, in città è di grande attualità: in pochi mesi abbiamo assistito ad una serie interminabile di episodi che non fanno presagire nulla di buono per il futuro. Abbiamo chiesto a Peppe Russo, geologo esperto, la fotografia dei sottoservizi di Santa Maria Capua Vetere e le circostanze che hanno determinato lo stato di emergenza.
“Il fenomeno delle cavità dell’abitato di Santa Maria Capua Vetere si ripropone periodicamente all’attenzione della cronaca, in quanto esse vengono alla ribalta in corrispondenza di qualche crollo o di aperture di voragini.
I recenti eventi
di sprofondamenti stradali che hanno interessato il centro storico della nostra
città evidenziano, tra l’altro, l’ampliamento del fenomeno in quanto vengono
alla luce in un arco temporale molto stretto (Piazza San Pietro Agosto 2018 –
Corso Garibaldi Gennaio 2019 – Via Albana a S. Erasmo Maggio 2019). L’aumento
della frequenza di questi fenomeni negli ultimi periodi (tanti casi in poco
tempo) indicano che le condizioni del nostro sottosuolo peggiorano di anno in
anno.
Per questo
motivo ritengo doveroso formulare delle Osservazioni Tecniche, senza alcun
spirito di polemica con nessuno, con il
solo intendo di fornire un contributo di
idee nell’esclusivo interesse della salvaguardia del nostro territorio
comunale.
Anche se per
semplice dovere di cronaca, non posso però, non
segnalare le tante volte che ho portato questa tematica su tavoli
politici e tecnici, senza ricevere concrete risposte. Molte volte si diceva
“siamo d’accordo !”ma poi in pratica,
non si sono mai attivate quelle le procedure
che indicavo.
Vi sono fondate
ragioni perché l’esame storico dello sviluppo abitativo di S. Maria C.V. sia
preso in seria considerazione: in
effetti l’uomo si inserisce sul substrato geologico in questo territorio ben
prima dei tempi storici, prima come ospite passivo poi come protagonista
attivo.
Gli Etruschi e i
Sanniti, sono i primi a realizzare opere idrauliche per la bonifica dell’area
scavando inizialmente canaloni nei materiali superficiali. In seguito, vengono
realizzati dei cunicoli sotterranei scavati nella parte più addensata delle
formazioni piroclastiche. Di questi cunicoli si perde traccia dall’epoca romana
quando furono usati come fogne o discariche. Da quel periodo ad oggi sono state
scavate altre cavità usate come cisterne, fognature, luoghi di culto, catacombe
anche se lo scopo iniziale poteva essere quello di cave di materiale. Tutte
queste varietà di cunicoli/cavità con altezze, larghezze, lunghezze e direzioni
molto variabili raggiungono una profondità massima di 16 -18 m dal piano
campagna che coincideva con il livello della falda. L’attuale risalita della
falda rappresenta un ulteriore fattore di rischio potenziale.
Purtroppo, col
tempo non si hanno più notizie di questi cunicoli perché mancano indizi
visibili in superficie (alcuni sono murati, altri riempiti di materiale di
risulta); col tempo si è avuto un degrado di essi fino a provocare crolli
sotterranei con il risultato di avvallamenti o
voragini superficiali, nonché con conseguenze sulla stabilità delle
strutture sovrastanti o prossime.
Le principali
cause che minano la stabilità del sottosuolo della città sono legate
essenzialmente alle infiltrazioni provenienti sia delle acque meteoriche che
dalle perdite dei sottoservizi. L’acqua
infiltrandosi nelle fratture e lesioni del sottosuolo lo erode e può incontrare una cavità sottostante con due aspetti
essenziali: l’indebolimento delle pareti della cavità e/o l’accumulo del
materiale eroso, compromettendo in ogni caso la stabilità del sottosuolo, che
si manifesta in superficie anche con sprofondamenti che coinvolgono cose e/o
persone.
Da anni sto
proponendo una mia idea-progetto: al
fine di una corretta gestione del sottosuolo urbano per cui il Comune, dovrebbe, il prima possibile, prevedere
nel Bilancio un adeguato stanziamento con iscrizione di apposito
capitolo di spesa alla voce “Studi e Monitoraggio delle cavità del sottosuolo” ed
avviare celermente le procedure per attivare un tavolo tecnico permanente al fine di realizzare:
- Un
“catasto” completo delle cavità
artificiali presenti nel sottosuolo del proprio territorio, limitatamente a
quello urbanizzato; - Una “mappa
completa e dettagliata delle reti tecnologiche”, con la specificazione dell’epoca di realizzazione, dei
materiali utilizzati, della quota del piano di posa, dello stato di
manutenzione etc., al fine di valutarne il grado efficienza e di eventuale
interferenza con le cavità artificiali; - Un “piano di
manutenzione del sottosuolo urbano”,
finalizzato, ciclicamente, a verificarne la tenuta e/o la eventuale necessità
di interventi di bonifica; - Realizzazione di progetti
a larga scale per il consolidamento del sottosuolo utilizzando specifici
finanziamenti destinati alla sicurezza del territorio e l’incolumità fisica
delle persone.
Il territorio è una risorsa preziosa, la cui importanza, purtroppo evidenziata solo in occasione di eventi calamitosi, viene spesso dimenticata con il passare del tempo. E’ importante quindi pianificare ed attuare degli interventi di gestione, inclusa la regolare manutenzione del sottosuolo”.
Leave a Reply
You must be logged in to post a comment.